Una notte miracolosa

vita_miracolo_nRiporto parti di  articolo pubblicato su Soldionline (http://www.soldionline.it/notizie/chiusura/piazza-affari-sempre-piu-in-basso-2-tiscali-all-inferno-48) il 9 marzo alle 17.05 a mercati chiusi:

“Tiscali ha subito un tonfo del 47,6% a 0,15 euro, dopo essere rimasta sospesa per eccesso di ribasso per gran parte della giornata. hanno pesato le notizie comunicate lo scorso venerdì. La società sarda ha deciso di interrompere le trattative con BSkyB per la cessione delle attività inglesi del gruppo. La società italiana non è riuscita a trovare un accordo con il colosso britannico, a causa del deterioramento del contesto di mercato in cui opera anche il potenziale acquirente. Inoltre, Tiscali intende chiedere ai principali istituti finanziatori di concedere un periodo di sospensione dei pagamenti di interessi, quote capitali e dei covenant finanziari, sul debito del gruppo. Infine, i vertici di Tiscali hanno anticipato che il 2008 si è chiuso con ricavi per circa un miliardo di euro, in linea con le previsioni, ed un margine operativo lordo per circa 200 milioni di euro. Quest’ultimo dato è inferiore alle stime comunicate ad agosto 2008, ma è coerente con il consensus di mercato. Dopo queste notizie sono arrivate le prime bocciature su Tiscali. Gli analisti di Banca Akros, di Banca Leonardo e di Unicredit MIB hanno tagliato il giudizio sulla società sarda e ora dicono di venderne le azioni. Banca Leonardo e Unicredit MIB hanno anche ridotto a 0,1 euro il target price sul titolo. Sulla stessa lunghezza d’onda Equita sim, che ha sforbiciato a 0,1 euro per azione la valutazione su Tiscali e ha confermato l’indicazione di ridurre l’esposizione del titolo in portafoglio.”

Sempre Soldinonline (http://www.soldionline.it/notizie/chiusura/piazza-affari-finalmente-il-rialzo-7-tiscali-che-rimbalzo-48)  il giorno dopo alle 17.05:

Immediato rimbalzo per Tiscali, dopo che ieri il titolo della società sarda aveva lasciato sul terreno quasi la metà della sua capitalizzazione, ridotta a 90 milioni di euro. Tiscali ha terminato la giornata con un balzo del 47,5% a 0,2213 euro, dopo diverse sospensioni per eccesso di rialzo. Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, per il rilancio di Tiscali ci sarebbero due strade percorribili: un nuovo aumento di capitale oppure la conversione dei debiti in azioni. Tuttavia, non è esclusa una soluzione ibrida, dal momento che la strada della ricapitalizzazione sembra difficilmente percorribile, in quanto il precedente aumento di capitale da 150 milioni di euro è stato già bruciato completamente.

Notate il tentativo di spiegare razionalmente le due situazioni antitetiche. Nel primo articolo si cerca di spiegare le ragioni del tonfo e, a distanza di 24 ore, nuove spiegazioni (di segno opposto) per giustificare il forte rialzo.  Un bell’esempio dell’ossessione che si ha in finanza per le relazioni causa-effetto.

10 pensieri su “Una notte miracolosa

  1. Anch’io mi diverto sempre ad assistere alle arrampicate sugli specchi di chi interpreta la Borsa essendo ignaro della complessità sottostante.

    Ma non riesco a trovarci, come invece fai tu, un argomento per affermare che quel contesto sia privo di causalità. Semplicemente, la causalità sottostante è troppo complessa per poter essere analizzata da un giornalista e in poche righe.

    Il fatto che non si riesca ad assoggettare un problema al pensiero razionale non ci autorizza a sospettare che il raziocinio non valga in quel contesto. Un aborigeno o un bambino non capiscono come e perché volano gli aerei, ma un ingegnere aeronautico sì, perché ha studiato il problema.

    Non abbiamo elementi scientifici per affermare che in Borsa si violi il principio di causalità, ossia che non si possa parlare di causa-effetto. È solo che non conosciamo bene le leggi sottostanti.

    Che io sappia, l’unico contesto scientificamente controllato nel quale abbiamo assistito al venire meno del principio di causalità è la fisica delle alte energie, dove A) vigono leggi casuali e, anche laddove c’è causalità, B) sotto opportune condizioni certe cause possono verificarsi dopo gli effetti che le provocano.

  2. Io non penso che la Borsa sia un contesto privo di causalità. Ritengo che non sia spiegabile con la causalità lineare “singola causa-singolo effetto”. certamente ci sono state cause e concause che hanno determinato l’andamento di Tiscali, solo che non sono facilmente spiegabili proprio perchè- come scrivi tu – la borsa è un sistema complesso. Tu scrivi: “Il fatto che non si riesca ad assoggettare un problema al pensiero razionale non ci autorizza a sospettare che il raziocinio non valga in quel contesto”. Quello che tu definisci “pensiero razionale” in realtà è il pensiero logico. Certamente in Borsa non si può applicare la logica classica (lineare), ma questo non significa che non ci sia una razionalità dietro il suo andamento.
    Vi sono molti altri ambiti in cui le cause possono verificarsi dopo gli effetti. Ti faccio un esempio banale: sono preoccupato di non farcela a superare l’esame. questo mi genera grande ansia o scarso impegno (tanto non ce la farò mai), questo porta ad una maggiore probabilità di insuccesso che conferma la mia preoccupazione iniziale e rinforza la mia idea di valere poco (bassa autostima). Nei circoli di determinazione del sé vale spesso la profezia che si avvera: le cause diventano gli effetti e viceversa. la Borsa è soggetta a pensiero circolare, non a quello lineare. In più essendo un sistema complesso e caotico anche piccoli fatti tra loro concatenati (più o meno consapevolmente) possono avere effetti imprevedibili anche di grande portata.

  3. Il fatto che un sistema sia complesso non esclude che esso implichi relazioni di causa ed effetto.

    Salvo in casi triviali, tali relazioni non sono quasi mai binarie e sequenziali: il più delle volte sono tante e intricate.

    Ma ciò non esclude per nulla l’esercizio della logica e conseguentemente dell’analisi razionale e scientifica.

    Quella che tu chiami “logica circolare”, ossia quella che incorpora ricorsione e iterazione, è uno strumento elementare dell’indagine scientifica da lunghissimo tempo. E’ presente anche in innumerevoli applicazioni tecnologiche (tanto per citarne una di cui mi sono occupato in prima persona, il linguaggio ProLog).

    Essa FA PARTE di quella che tu chiami “logica classica”. Quella, per capirci, di Kripke, di Church, di Turing, di Goedel, di Russel, di Wittgenstein, di Frege, di Aristotele…

    So che abbondanti elementi di ricorsività e iterazione sono presenti nelle matematiche impiegate in economia (la Teoria dei Giochi, giusto per fare un esempio), sicché io non mi sentirei di escludere che se ne trovino anche negli strumenti matematici che si impiegano per analizzare i fenomeni borsistici.

    Possiamo certamente deridere lo sforzo di un giornalista nell’interpretare la borsa, ma ciò non ci autorizza a dire che in economia si usino solo logiche banali dove una sola causa produce un solo effetto, ecc ecc

    [HAI DUE FIGLI, UNA MOGLIE E UN’AZIENDA. È SORPRENDENTE CHE TU RIESCA ANCHE A POLEMIZZARE QUI CON ME SU QUESTE MENATE!!!
    BELLA DISCUSSIONE!]

  4. Ma è bellissimo polemizzare con te. Ogni tuo intervento porta ad approfondire le cose, a vederle da un’altra angolazione e questo è estremamente divertente, utile e sfidante.
    Per rispondere al tuo commento, quando parlavo di logica classica mi riferivo a quella aristotelica basata sul sillogismo e quindi sulla deduzione. Dal mio punto di vista (ma forse sbaglio), alla base della logica classica ci sono Aristotele con la deduzione e Francis Bacon con l’induzione. Tutto il resto viene dopo. Il vero punto, mi pare di capire che sia la definzione di razionale. Dal tuo punto di vista razionale è abbinabile a scientifico (e quindi anche logico) e scientifico è sinonimo di certo, oggettivo e dato. Come sai, il mio punto di vista è un po’ diverso. Dario Antiseri, nel suo libro “Il filo della ragione”, afferma che dal momento che è impossibile dimostrare come assoltamente certa una teoria (mentre è possibile falsificarla), razionale non è chi fonda una teoria ma chi la sfonda. Per Antiseri la ragione è “passione e fantasia, critica ed eresia”. Adoro questa definizione. Cito anche un passaggio di Edgar Morin:

    “Dal punto di vista stretto della ragione classica, una contraddizione rende assurdo il pensiero in cui compare. Ora, la microfisica è giunta in modo razionale di fronte ad un’importante contraddizione relativa al fondamento stesso della realtà empirica e al fondamento stesso della coerenza logica quando è risultato che la particella si comporta ora come un’onda, ora come un corpuscolo.
    Quando Niels Bohr accettò l’accoppiamento delle nozioni contrarie di onda e corpuscolo dichiarandole complementari, compì il primo passo di una formidabile rivoluzione epistemica: l’accettazione di una contraddizione da parte della razionalità scientifica.
    A imporre la contraddizione è un’esigenza razionale più forte di quella che esige la sua eliminazione. Sono i dati sperimentali che esigono logicamente che si faccia appello alle due logiche tra loro escludentisi del continuo e del discontinuo per descrivere la particella.
    L’associazione complementare onda/corpuscolo non è nata da un il logicismo del pensiero. E’ nata da un illogicismo della realtà.
    Assai prima che la fisica incontrasse la contraddizione nel mondo reale, un paradosso attribuito a Epimenide, aveva aperto una breccia nella sfera del sillogismo. Si tratta del famoso paradosso del Cretese, secondo il quale tutti i Cretesi sarebbero dei mentitori. In effetti,se quel cretese dice la verità, mente e se mente, dice la verità. Bertrand Russel pensò di trovare la soluzione nella teoria dei tipi logici, fondata sul principio in base al quale ciò che ingloba tutti gli elementi di un insieme non può messere membro di questo insieme. Così la concezione gerarchica dei tipi logici ha permesso di superare la contraddizione incontrata.
    Il paradosso del Cretese rivela l’insufficienza della logica formale quando si tratta di risolvere un problema logico di verità. Si può tentare di superare in modo razionale questo paradosso solo cercando un meta-punto di vista che permetta di obiettivare la parola del Cretese. Ma la certezza assoluta che il sillogismo dovrebbe garantire è ormai sostituita da una plausibilità o da una probabilità. Quindi il paradosso del cretese mina la deduzione logica.
    D’altra parte Karl Popper, insistendo sull’insufficienza dell’induzione e della verifica, minò alla base il carattere universale della certezza che l’una e l’altra potevano produrre.(Popper distrugge l’induzione logica).
    Le conseguenze dell’indebolimento della logica sono fondamentali per l’idea razionale di verità e l’idea vera di razionalità.
    Occorre abbandonare ogni speranza, non soltanto di arrivare a una descrizione logico razionale del reale, ma e anche e soprattutto di fondare la ragione sulla solo logica.”

    Guarda un po’ dove ci sta portando la discussione. Da Tiscali a Epimenide… scusa la divagazione, è tardi (meglio staccare). Ciao Paolo, grazie
    Ale

  5. Non è vero che per me “scientifico è sinonimo di certo, oggettivo e dato”. Tu mi attribuisci una visione ottocentesca della scienza.

    Per me, scientifico è sinonimo di un metodo condiviso, accompagnato da un linguaggio rigoroso e non ambiguo (la matematica) e dalla verifica sperimentale.

    La conoscenza acquisita per questa via muta continuamente (questo mutare è quello che noi chiamiamo “progresso scientifico”), e non è mai stabile né certa.

    Lo stesso METODO deve essere aggiornato, a volte in modo anche traumatico (tu citi Popper. A me viene in mente prima Goedel. Ma non importa).

    Dunque, come vedi, non c’è nulla di “certo, oggettivo e dato”, ma un continuo divenire di conoscenza.

    Per la conoscenza del mondo, noi umani abbiamo a disposizione molti strumenti (arte, intuito, fortuna, sensibilità, magia, fede, …), ma nessuno di essi si è finora dimostrato più potente o più affidabile del metodo scientifico. Il quale, oltretutto, a differenza di tutti gli altri, è insegnabile.

    A me non mi risulta che né Popper né Morin, nonostante l’evidente utilità delle discussioni sollevate e gli arricchimenti da essi indotti, abbiano scardinato il metodo scientifico, dimostrando la futilità della sua applicazione.

    Se vuoi sostenere (ma qui forse sono io che svilisco la tua posizione) che la logica non serve per capire il mondo e che è meglio affidarsi all’intuito, alla divinazione, al caso e al “caos”, allora mi aspetterei che più che Popper tu mi citassi Feyerabend…

    ^_^

    Quanto a Morin: è per tanti aspetti un grande, ma non ha aggiunto nulla a posizioni acquisite in sede scientifica già nel corso della prima metà del Novecento (Bohr compreso, appunto. Hai mai letto cosa scriveva Bohr nel 1927 sul metodo scientifico?).

  6. Secondo me, stiamo usando termini ed esempi diversi per dire più o meno la stessa cosa. Nel tuo precedente post hai scritto che il fatto che la Borsa sia un sistema complesso non esclude l’esercizio della logica e dell’analisi razionale e scientifica. Per me logica, razionalità e metodo scientifico sono tre concetti diversi. Dal mio puntto di vista, la Borsa ha grande bisogno del metodo scientifico, ma ciò non porta necessariamente all’uso della matematica (come sinonimo assoluto di rigore e verità). Dove ci hanno portato i modelli matematici che ci hanno spiegato come funziona l’economia?
    Ho citato Antiseri e Popper solo per dire che la realtà non è così razionale come ce la immaginavamo nell’800. In finanza ed economia la finanza comportamentale di Daniel Kahneman ha ampiamente dimostrato l’irrazionalità dei nostri comportamenti economici. Mi ha colpito un esperimento in base al quale si davano 100 dollari ad una persona dicendo ad essa che doveva dare una quota di questa somma ad un’altra persona (sconosciuta). Se questa persona avesse accettato l’offerta, entrambi potevano portarsi a casa il denaro e non si sarebbero mai più rivisti. Se avesse rifiutato, nessuno prendeva niente. Se adottiamo una prospettiva razionale (in teoria dei giochi, se non mi sbaglio questa situazione viene definita “gioco del’ultimatum”), la persona con i 100 dollari avrebbe dovuto consegnare all’altra persona una cifra molto piccola (1-5 dollari), contando sul fatto che questa piccola somma sarebbe stata meglio di niente. Di fatto, gli esperimenti reali ci dicono che la cifra consegnata alla controparte è in media pari al 40% del totale e che circa la metà delle persone rifiutano offerte inferiori al 20%.
    Il punto e questo: tu consideri razionale e scientifica l’irrazionalità del comportamento economico degli esseri umani? Se la risposta è sì, allora stiamo dicendo, con parole ed esempi diversi la stessa cosa.

  7. Scegliersi bersagli ottocenteschi per criticare ed eventualmente “ammodernare” l’approccio scientifico è un esercizio futile. Il mondo della scienza (metodo compreso) cammina dal 1650 con ritmo esponenziale di sviluppo.

    Il comportamento economico delle persone è sempre stato oggetto di analisi SCIENTIFICA.
    Negli anni ’60, quando la psicologia cognitiva si è affacciata all’indagine economica (Tversky, Simon, Becker, …), si sono acquisite nuove consapevolezze. Kahneman ha vinto il Nobel per un lavoro del 1973, e le sue scoperte non hanno alterato di un millimetro i metodi scientifici prevalenti.

    Il comportamento bizzarro dell’homo economicus non è “irrazionale” (se non nel senso che al termine si dà nel linguaggio comune) e non mette in crisi né la razionalità né la logica né l’approccio scientifico: semplicemente, tale comportamento è mosso da una logica che fino agli ’60 ci sfuggiva, e che assimilavamo a quella di un logico, di un matematico. Ma la maggior parte delle persone non sono dei logici o dei matematici, sicché sono mosse da logiche diverse.

    Queste logiche non sono a-scientifiche o anti-scientifiche o non indagabili scientificamente. Sono quello che sono, e le si sta studiando col metodo scientifico, ossia formulando teorie ed escogitando esperimenti per validarle e/o cercando di astrarre teorie dalle osservazioni sperimentali, e utilizzando la matematica (“Finanza comportamentale quantitativa”).

    Tu, invece, con quale approccio le studieresti? ^_^

  8. Forse bastava rispondere SI alla mia ultima domanda.
    Io non ho mai detto che le nuove logiche siano a- scientifiche, antiscientifiche o non indagabili scientificamente. Solo che non sono spiegabili con la logica classica aristotelica (scrivi tu che fino agli anni ’60 ci sfuggiva) e che non sono basate sulla sola razionalità. Ma questo non toglie nulla al fatto che occorra studiarle con il metodo scientifico (come hanno fatto Kahneman e altri).
    Il comportamento bizzarro dell’homo economicus – sono d’accordo con te – non è irrazionale, però è illogico (parlo sempre di logica classica). Questa frattura tra la logica classica e la razionalità (che io vedo) è forse l’unica cosa che distingue i nostri punti di vista. Sul fatto che gli studi di psicologia cognitiva applicati all’economia siano scientifici e non abbiano alterato il metodo scientifico siamo totalmente d’accordo (come scrivevo nella mia precedente risposta).
    Infine volevo dirti che io non ce l’ho con la matematica, solo che non ritengo che la matematica sia l’unico strumento scientifico, l’unica prova della scientificità del metodo e dell’approccio. Se fosse così la psicologia, l’antropologia, la sociologia e molte altre discipline sarebbero tutte – per usare un tuo termine – “a-scientifiche”. E certamente non è così. Riconosco il valore della matematica (sei stato proprio tu che, con i tuoi commenti prima dell’uscita del mio libro, hai risvegliato il mio interesse per la matematica) ma non si può dire che alla base della scientificità della finanza comportamentale ci sia la matematica. La stessa finanza comportamentale quantitativa che usa modelli matematici, esiste perchè qualcuno ha applicato la psicologia cognitiva all’economia usando il metodo sperimentale, a presciendere dalla matematica.

  9. [Non so cosa sia la “logica classica”. Né sono sicuro che ci sia consenso tra i logici, su tale espressione].

    Ottimo il punto finale che sollevi. Sono “scienze” quelle che non utilizzano la matematica?

    La matematica (NB: Vi comprendo anche la logica formale) è il solo linguaggio che conosciamo per esprimerci in modo non ambiguo e rigoroso. Dunque, alcuni, me compreso, pensano che ogni volta che quel linguaggio non può essere impiegato si debba sospettare che la disciplina in esame difetti di rigore, di riproducibilità, dunque di scienza.

    Però questa è solo un’opinione. Al riguardo c’è un un dibattito, tra positivisti e costruttivisti credo.
    Pertanto non pretendo di avere ragione su quel punto.

    Però preciso che quel dibattito è troppo spesso viziato da interventi da parte di studiosi che, non conoscendo la matematica, le attribuiscono un ruolo limitato, molto ma molto meno esteso e potente di quello possibile. Costoro pensano che la matematica sia applicabile solo a contesti esatti, certi, meccanicistici e “banali”; e per questa via vanno completamente fuori strada.

    Aggiungo anche che, senza metodi statistici applicati all’organizzazione dei dati sperimentali, non può aversi nulla di scientifico. Dunque, se non si utilizza neppure la statistica credo proprio non si possa parlare di scienza. Questo accade (anche se sempre meno, perché il metodo scientifico sta pervadendo anche le “scienze non dure”) a molte branche delle displine che citi tu, come psicologia, antropologia, sociologia.

    Il che non esclude, beninteso, che si possano dire cose utili, stimolanti, intelligenti, progressive, eccetera, anche senza essere scientifici.

  10. Penso che a questo punto la nostra discussione sia molto più chiara e, alla fine, come sospettavo le nostre opinioni non sono così lontane.
    D’accordissimo con te che è riduttivo ritenere che la matematica possa spiegare solo ciò che è meccanicistico e certo.
    Sono d’accordo anche sul fatto che senza metodi statistici applicati ai dati sperimentali non ci possa essere approccio scientifico. E siamo già a due punti inaspettatamente in comune.
    Sul dibattito positivismo/costruttivismo, la pensiamo in modo opposto e questo ci era noto da tempo. Possiamo continuare a parlarne a lungo ma certamente non saremo noi a risolvere la quesione. Ciao Paolo

Lascia un commento